Invernale 1994 - Crociere in barca a vela per famiglie con bambini in barca a vela

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Invernale 1994

                           
                               Invernale 1994




 
1° crociera invernale Albatros 6°  


Cap Carter, Bruno, Sanz, Margherita, Gnomo, Marino, Ispe


Sabato, 9 aprile 1994


Partenza fissata alle 9 da via dell' Eremo.
Purtroppo Sanz lavora fino a mezzogiorno e Giovannini si prepara diligentemente al matrimonio.
Ci dilunghiamo in preparativi, visitando varie osterie in citta fino a mezzogiorno, poi finalmente El Gomer chiude e possiamo partire.  
Sosta all' addio al celibato di Giovannini, in un' amena località del Carso, dove veniamo rimpinzati come oche di ogni bel di Dio e dissetati come Dio comanda.  
All ' arrivo all' Hannibal ormai è buio e piove.  
Ma ormai è iniziata la vacanza e decidiamo di partire, mentre inizia a piovere a dirotto.  
É la prima uscita dell' Albatros e bisogna collaudarlo, ne approfittiamo quindi per provare le vele perdendo subito le stecche, sfilare per errore l' ammantiglio, provare varie mani di terzaroli e cadere nel gavone dell' àncora ancòra privo di portello, il tutto pattinando allegri su di una coperta bagnata ancora priva dell' antisdrucciolo.
Il vento viene da scirocco abbastanza sostenuto e crea parecchia onda. Noi tiriamo bordi verso Isola in modo di ridossarci perchè siamo tutti bagnati, il pozzetto è pieno dei salumi mangiati precedentemente all' addio al celibato di Giovannini ed il motore si è spento e non vuole ripartire.
Finalmente ridossati riusciamo a capire cos' ha il buon Perkisn.....manca la nafta.  
Ma noi previdentissimi abbiamo una tanica con 10 litri di nafta con la quale, navigando al minimo, verso le tre di notte arriviamo a Pirano.
Il molo della dogana è pieno e decidiamo di legarci ad una bricola in mezzo al porto.  
La manovra a causa del vento e della pioggia non è tra le piu facili e ci riesce soltanto dopo che Gnomo con un balzo acrobatico riesce a posizionarsi sulla bricola e prendere al volo una cima lanciata da prua.  
Presto in cuccetta che tra tre ore fa chiaro! Cap carter

Domenica, 10 aprile 1995

Sveglia alle 7 e 30. Prigionieri in barca, legati alla bricola in mezzo al porto, siamo impossibilitati a raggiungere la terra ferma.
Lo scirocco non ha alcuna voglia di redimersi per trasformarsi in qualcosa di più confacente alle nostre esigenze (dovremmo far rotta sud est), pertanto facciamo il punto della situazione.
Consideriamo i vari inconvenienti che si sono verificati la notte prima, partenza ufficiale dell' Albatros 6° per la sua prima crociera : crocette, sartie, motore, tutto ha bisogno di una regolata.
La fretta non è il nostro motto e così, senza farci prendere da inutili stress si procede alla messa a punto dei particolari di questa bellissima barca.
Ma faremo nafta?
Tutte le barche che arrivano in porto lo fanno, noi no! Ci sono mille cose da metter a posto prima.  
Quando finalmente decidiamo di mollare la nostra bricola-salvezza ed andare al molo per rifornirci di carburante il gestore è andato a mangiare, sono infatte passate 4 ore da quando abbiamo iniziato i preparativi.  
Ore 14, serbatoio pieno. Si parte ufficialmente, destinazione ignota.
Visto il perdurare dello scirocco, cambiamo il leggero con l'olimpico, durata dell'operazione un' ora abbondante.  
Navighiamo con cerate e guanti,il tempo non è clemente. Quando inizia a piovere optiamo per i turni. Due fuori a guidare e quattro dentro a riscaldarsi ( il settimo riposa).
Mettere quattro persone assieme ad aspettare il passare il tempo equivale a costringerle loro malgrado a giocare a carte. Mitico tresette, chi perde si cucca il timone.
Si gioca, si mangiucchia e sopratutto si beve.  
Buona la prugnetta che Gnomo aveva acquistato pensando fosse whisky, ma non bisogna esagerare.
Però alcuni dei giocatori lo fanno.....praticamente un massacro, con pochissime persone in grado di affrontare l' operazione d' ormeggio a Parenzo ( ma poteva essere Orsera, Rovigno, Pola, Unie o Spalato che per lo scrivente era perfettamente lo stesso)
Finito l' ormeggio pensiamo alla cena.
Mettendo due cuoche in cucina nascono infinite diatribe anche sulla preparazione di una semplice pastasciutta.  
Ma per sette lupi affamati qualsiasi cosa commestibile è una squisitezza per cui ci abbuffiamo di gusto con quello che le cuoche durante i loro diverbi sono riuscite a confezionare.
Forse la serata sarà anche continuata per qualcuno tra tresette e coteci, ma lo scrivente era ormai giunto al capolinea e si spegneva soddisfatto nella sua branda.  
Le previsioni per domani danno sole e bora, sarà bellissimo! Bruno

Lunedi, 11 aprile 1994

Durante la notte il vento gira a libeccio e le onde di rimando iniziano a farci ballare parecchio. Cap Carter ed il Notaio ( Margherita) rinforzano gli ormeggi e già che ci sono vanno ad espletare tutte le formalità dovute al paese ospitante in quanto ormai tra una cosa e l' altra è già mattina.
Al loro ritorno ci mettiamo a discutere sull' opportunità o meno di partire......ma uno strano schiocco ci fa capire che il momento è arrivato. L' anello sul molo al quale è legata una cima di prua si spezza e la poppa si avvicina pericolosamente alla banchina.  
Cap Carter interpone, sprezzante del pericolo, il suo femore tra il molo e le dodici tonnellate che si avvicinano spinte dalle onde, e solo il suo intento impeccabile riesce a salvargli ( quasi ) la gamba e la poppa della barca.
Ci ridossiamo all' isoletta di San Nicola per cambiare fiocco e perfezionare le mani di terzaroli, ricontrollando anche un po' tutta l' attrezzatura velica in vista di un' altra giornata di mare mosso.
Finalmente verso le 11 partiamo tirando lunghi bordi sotto un cielo plumbeo.  
Il vento gira un po da sud e un po da sud ovest, come di consueto non azzecchiamo mai una virata, ma con speranza e determinazione ci apprestiamo a sconfiggere l' Istria, certi che dopo il Quarnaro ci attendono i Caraibi.
All' altezza del Porer il tempo non cambia, ma il vento gira a nord est, permettendoci di tirar su lo spy asimmetrico. Finalmente una bella andatura con la barca che fila via proprio bene.  
Al traverso di Unie scorgiamo un delfino a dritta, poi ne arrivano altri, sembra ci sia un raduno attorno a noi. Una trentina di delfini si mettono a giocare come matti sotto la nostra prua e ci accompagnano per quasi un 'ora. Con lo spy pieno di vento e questo ribollire attorno a noi ci sentiamo veramente in vacanza.
Lo spettacolo finisce come è iniziato, i delfini se ne vanno per la loro strada e noi continuiamo la nostra non ancora determinata....
Nel frattempo la bora rinforza e ci mettiamo a discutere se sia il caso di tirare giu' lo spy prima che faccia buio, ma su una straorza ci pensa lui, la piomba del braccio si spezza e lo spy si spara da solo.....ok. Dopo averlo recuperato facciamo il punto della situazione e, visto che ormai è buio, decidiamo di lasciare San Piero a sinistra e di passare tra Selve e Ulbo.  
Con vento al traverso e onda formata Bruno fa diventare una questione d' onore il seguire una rotta più possibile rettilinea ma dopo qualche orzata e qualche poggiata eccessiva perde l' orientamento e molla.
Siamo tra Selve e Ulbo, dove andiamo?
Il nord est è fortino e di entrare a Selve di notte non ne abbiamo voglia, si va a Ulbo che è ridossata.
Ore 01, siamo ormeggiati in tripla su una specie di bettolina. Nanne
Ore 03, la barca striscia sulla bettolina e non si dorme, Cap Carter esce e lasca gli ormeggi di poppa.
Ore 04, la bettolina accende i motori, deve partire. A questo punto siamo tutti svegli, partiamo anche noi, tra bestemmie e imprecazioni salpiamo verso Selve. Piove a dirotto.  
Ore 05, ormeggio terribile, ricerca gavitello subacqueo, orride bestemmie del capitano insonnolito, infreddolito, infastidito. Incomincia ad albeggiare, finalmente si dorme.  
Ore 07, il pescatore che abbiamo bloccato con gli ormeggi vuole andare via...il capitano si alza e si arrangia. Sanz.

Martedi, 12 aprile 1995

Finalmente ho la penna in mano e posso dare libero sfogo alle rimostranze per i disagi e le privazioni delle quali, in qualità di supervisore al relax ed al comfort di bordo, ritengo
la “ direzione” dolosamente responsabile.
La situazione a bordo è a dir poco indicibile a causa di turni massacranti di tresette obbligatorio ( ai quali per fortuna dato il mio alto grado sono esonerato), ingerimento costante di alcolici vari uniti ad abuso frenetico di ogni sorta di vizio, ai quali l'equipaggio è sottoposto dal dispotico capitano.
E' inutile dire che questa condizione di disagio ha già prodotto alcune vittime, ridotte a dire frasi senza senso e a riportare pericolose inibizione psicomotorie.
Oggi, per esempio, al risveglio dopo la movimentata notte, capitan Carter con un manipolo di sopravvissuti ha iniziato una perlustrazione di Selve allo scopo di depredare alcuni indigeni, i quali memori delle trascorse scorribande del noto capitano non oppongono nessuna resistenza e consegnano spontaneamente le poche miserie accumulate con il sudore della fronte.
Il bottino consiste in un tozzo di pane, alcune damigiane di vino e un secchio di pesci “per gatto” che solo la bravura di Gnomo riesce a trasformare in un pranzo succulento consumato, per altro, durante una breve sosta dei soliti turni di tresette.  
La navigazione oggi è stata benevola per l'equipaggio già duramente provato e la totale assenza di vento ha impedito al capitano di organizzare il suo quotidiano spettacolo di “ludi circensi” trasformando i suoi uomini in scimmie da baraccone che si esibiscono in scivolate acrobatiche su un ponte assolutamente liscio e sdrucciolevole con la scusa dei cambi di vela.
Unica nota poetica e rilassante dall'inizio del viaggio ce l'ha offerta il cuore tenero di Bruno che verso sera, a Iz, si è concesso una parentesi per un amore a prima vista con Piero, una deliziosa sirena che sotto le sembianze di fetido rospo vagava per il porto alla ricerca del suo principe.
In uno scenario incantato la favola stava per avverarsi senonché dato il rifiuto del capitano di imbarcare “la bella” questa ha preferito la morte lanciandosi nelle fredde e scure acque del porto.
Bruno, dalla passerella si è lanciato per salvarla, rischiando di affogare pure lui. Anche un secondo tentativo per salvare la principessa è risultato purtroppo inutile, tanto che alla fine, reso “quasi ubriaco” dal dolore, si è rintanato nel suo giaciglio mormorando frasi di intensa tristezza.
Tutti a nanna, è meglio dormire, domani la tragedia riprenderà inesorabile il suo corso!! Margherita

Mercoledi, 13 aprile 1994

Chi fosse preoccupato per la nostra situazione alimentare va rassicurato: grassi, proteine,
carboidrati, zuccheri e quantaltro vengono miscelati con sapienza e sagacia ed ingeriti nelle ore prestabilite.  
Ecco quindi che si possono vedere uomini che bevono caffè amaro accanto ad altri che ingeriscono interi barattoli di maionese e ad altri ancora che spaziano tranquilli tra marmellata, kinder e pastasciutta al ragù.  
Attenzione, qui si parla di una dieta ben determinata, non di desideri momentanei!
Certo, di voglie e di vogliette ne avremo tutti quanti, ma la materia prima scarseggia (penso abbiate capito di cosa sto parlando) ed obiettivamente assomigliamo più ai Brutos che alla nazionale di pallanuoto.
Piuttosto, per ritornare all' argomento precedente è la situazione psicofisica che andrebbe ritoccata.
Infatti, già al mattino presto, cap Carter, Sanz e Bruno( non ancora completamente rimessosi dalla tragedia della notte precedente) improvvisano un vero e proprio allenamento di corsa tra le stradine del paese, poi belli sudati e nudi vanno a scrostarsi nell'acqua fredda del mare, ridacchiando ed improvvisando giochetti erotici con lo shampoo.  
Sono stati etichettati come Spartani.
Gli Ateniesi, invece, calmi e riflessivi, trovano una comoda doccia calda e, per chi ci crede, non saranno in molti, tre danesi in calore si offrono per un massaggio thailandese con finale a sorpresa, che ognuno può immaginare.
La giornata è interamente passata a Iz, poiché il notaio riesce abilmente a scambiare zip, bottoni, spalline ed uno scaldabagno usato con due interessanti inviti a pranzo e cena a base di branzini freschi e vino e carne arrosta nella peca e vino rispettivamente.
Sorvolo sui 15 litri bevuti come sulle due bottiglie di Pelinko e sul numero di sigarette fumate (non so se la Marlboro ha gente in cassa integrazione ma da domani non più )  
Ho provato piacere nel notare poi come la moglie di un indigeno gentile ed ospitale, quello che ci ha preparato da mangiare, suscitasse un vivo interesse erotico nell'equipaggio.
Però in qualche maniera si è temuto che l'uomo potesse cambiare il suo benevolo atteggiamento nei nostri confronti se avessimo posseduto tutti la sua donna sul grande tavolo da pranzo, per cui alla fine non se ne è fatto niente.
Il nostro desiderio di sesso ed orrori è rimasto tale.
Credo che solo il notaio, schivo ed un po' triste, nell'intimità del suo sacco a pelo si sia dato una mossa con la contessa. Non ci giurerei.
Si va a nanna alle tre leggermente ubriachi, ma felici per aver danzato al ritmo dei Credence.
Dimenticavo. Le piccole attività di bordo ci sono state come anche una piccola bordeggiata fino all'isola di fronte, piccola ma sufficiente a far quasi vomitare la bella debocka, fortunatamente salvatasi dallo stupro di gruppo,che il capitano voleva stupire.
Buona notte a voi, vado a dare una mano ad ancorarci in mezzo al porto, la barca tocca sotto ed alle 6 arriva il traghetto. Gnomo

Giovedì 14 aprile

Il traghetto riparte regolare nell'indifferenza dell'equipaggio che dormicchia. Un'attenzione maggiore viene dedicata ai tiri continui della chiglia contro il fondale del porto. Dopo il rientro del capitano che nel frattempo era andato a rifornirsi di pane, si mollano gli ormeggi e si parte.
Dopo un paio di bordi passando l' isoletta sotto Iz, tocchiamo la parte più a sud della nostra gita.
Nonostante le grandi libagioni del giorno precedente e la sostanziosa colazione di alcuni membri dell'equipaggio già si pensa a cosa mettere sotto ai denti verso l'ora di pranzo.
Dopo alcune ore di buon vento e dei bei bordi, si prende una decisione e ci si ferma a Mala Rava.
Dopo alcune partite di tresette e l'acquisto di alcuni litri di olio, arriva una “ghiriza” che lascia tutti soddisfatti, compreso Ispe che fino a quell'ora non si era praticamente visto.
Sul molo dove siamo ormeggiati dovrebbe arrivare il solito traghetto inopportuno, meglio mollare per tempo e via verso Selve sotto un sole meraviglioso ed un buon vento.
Finita l'Isola Lunga tutti i telefoni di bordo iniziano a funzionare e comincia un penoso andirivieni tra caricabatterie e coperta. C'è chi si arrampica sui winch ed alza al cielo l'oggetto venerato chi direttamente scala l' albero e si arrampica sulle crocette. Le discussioni diventano sterili e si limitano al solo servis-noservis.
Finalmente in porto a Selve, dopo aver preparato un'ennesima ricca libagione, tutto l'equipaggio compreso il buon Ispe si riunisce in dinette per recuperare un tresette, spedendo Sanz, con una scusa, a riprovare il telefonino sulla torre dal centro dell'isola.
Buona notte. Marino

Venerdì 15 aprile

Risveglio a sorpresa nel porto di Selve. Le tre cose che ci eravamo ripromessi di procurare vengono trovate (griglia, pane e maionese).  
La griglia dovrebbe servire per arrostire i branzini, ma vista l'intensità delle scirocco il programma viene cambiato e decidiamo di risalire.
Navighiamo a 8-9 nodi solo con il fiocco e tra un tresette e l'altro arriviamo a san.Piero.
Qui il notaio ci mette a disposizione una ventina di minuti per consumare un aperitivo nel ristorante Rozmarin, mentre lui con le sue mani sapienti ci prepara un lauto rebechin.
Prima di ripartire ci viene a salutare Aldin, il figlio pescatore, del proprietario del ristorante.
Con lui consumiamo alcune bottigliette divagando come spesso accade su tasse, pensioni, stipendi, commercianti, ecc.
In rotta verso il Porer viene issato lo spinnaker con l'intenzione di superare i 9,3 nodi toccati in mattinata, ma si riesce solamente ad eguagliarli essendo diminuito il vento ed aumentate le onde. Giunti in vista del Porer, rimangono solo le onde e a motore con il buio giungiamo a Veruda.
L'ancora viene calata in val Cagoia in una quiete assoluta, siamo l'unica barca e il mare è liscio come l'olio.
Non ci rimane altro che riunirci in dinette ed attendere che vengano serviti i famosi branzini che in seguito ad una quasi unanime decisione, vengono fatti lessi dagli chef.  
Ottimi anche così.
Dopocena a base di Bacardi e tresette e verso le 01.00 chi più chi meno contento, tutti in busta. Ispe

Sabato 16 aprile

Val Cagoia
Piove.
Nessuno, neanche lo spartano Sanzin vuole tirare su l'ancora a mano, quindi il valente Margherita preme gioioso il pulsante. Su le vele, prima scirocco, poi alle Brioni inizia un po' di bora. Guida Margherita, gli altri giocano.
Finalmente i telefonini riprendono a funzionare e Sanz e Margherita, chi appeso alle sartie, chi in piedi sul boma, telefonano compiti ed orgoglioni.
Margherita poi per un attimo molla il timone e prepara un'ottima pastasciutta. Si riprende a vela fino a Cittanova e poi a motore fino ad Umago.
Si recupera un' altro tresette, sospeso per troppo cibo, e si attracca.
Branzini, gli ultimi, un po' in risotto un po' in padella.
Travarizze di rito, piove sempre – a nanna.

Domenica 15 aprile
Ultimo giorno. Piove. Si ritorna a casa.
Sono un po' tutti tristi, la vacanza è finita e, come del resto lo scorso anno, gli unici a gioire sono Ispe e Carter.
Campioni.
 







 
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