Invernale 1995 - Crociere in barca a vela per famiglie con bambini in barca a vela

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Invernale 1995




Invernale 1995




Trieste, sabato 22 aprile 1995


Ore 8. Sveglia che si parte. Il capitano va a prendere il capitano e Bruno a casa loro, scoprendo altresì che il capitano non si corica più da solo da qualche tempo.  
Per chiarezza d' ora in poi si scriverà al posto di “ capitano”, cap Carter, ed al posto di “ capitano “, cap Ispe, in modo da non fare confusione alcuna.
Con la nostra automobilina andiamo allo Scontopiu di Monfalcone dove spendiamo 390.000 lire  comperando praticamente nulla di commestibile allo stato solido.
Prima di levare le ancore, ancora un brindisi al Nautec con Robertino( ex cuoco di Margherita) ed Armando( in ferrea dieta alcolica).
Finalmente si parte!
Usciamo dal Nautec senza incagli....brindisi
Si issano le vele....brindisi
Il vento cala un po'...brindisi
Usciamo dall' Italia....brindisi
Entriamo in Slovenia....brindisi
Entriamo in Croazia....brindisi
Facciamo un brindisi....brindisi
Entriamo ad Umago....brindisi. E conosciamo uno strano tipo che vorrebbe comperarci la barca seduta stante. Brindisi anche con lui.
Facciamo le pratiche solo in polizia perché la capitaneria ormai è chiusa.
Poi per evitare di pagare le solite 50.000 lire di tassa portuale andiamo a gettare l' ancora in mezzo al porto. Consumiamo un' ottima cena con annesso cotecio per chi lava i piatti ( Bruno) ed andiamo a nanna...sempre che non ari l' ancora, cosa di cui Bruno, non si sa perché, si preoccupa un casino.


Umago, domenica 23 aprile 1995

Ara l' ancora? No ara l' ancora? Annoso problema. Con questo angosciante dilemma si consumerà la notte. Il mattino ci vede saldamente fermi nello stesso punto. È fatta!
Torniamo a terra per completare le formalità burocratiche e rifornirci di carburante ( noi ne abbiamo abbastanza ma la barca no).  
Il pieno viene a costare come un viaggio ai Caraibi andata e ritorno, una stecca di Marlboro al duty free come una cena da Suban......sarà la debolezza della lira contro la kuna-marco, ma anche il maledetto permesso di navigazione è un salasso.  
La Costa Smeralda è sicuramente meno costosa della yugo!....pardon, ora si chiama Croazia.
Cap Carter ritorna in barca ingobbito e polemico. Il bollino yugo e costato come un tender di medie dimensioni, ed egli ricorda i bei tempi del maresciallo quando con un kilo di caffè eri padrone del mondo.
Va beh, partiamo verso il mare azzurro ed il cielo limpido.
Quando c'è tanta strada da fare con il vento in poppa è normale tirare su lo spy abbandonandosi ad una piacevole navigazione. Ma se a bordo i due terzi sono capitani, il restante terzo si cura parecchie ore al timone, mentre loro si dedicano con solerzia ed impegno ad attività più costruttive: mangiare, bere, dormire.
Finalmente si decide di improvvisare un pilota automatico bloccando con un elastico il timone su di una rotta più o meno fissa, dedicandoci ad un cotecio, per decidere chi sarà il fortunato( perdente ) che preparerà la cena.  
Bruno si impone alla grande e si affida scrupolosamente ad una ricetta trovata sull'etichetta di una confezione di riso che malauguratamente gli capita tra le mani.
Sfortunatamente la traduzione dal cinese non gli riesce benissimo ed il pastone che ne deriva è una poltiglia verdastra che secondo le indicazioni è un risotto al tonno e limone.
Comunque non ci sono avanzi, sebbene poi ci tocchi bere un cospicuo numero di digestivi, che in ogni caso, non mancano a bordo. La notte ci trova ancorati in Val Cagoia. Ma arerà l' ancora?

Val Cagoia, lunedì 24 aprile 1995


Meglio non scrivere su cosa vertevano le discussioni della serata.
Al mattino mal di cabeza e pioggia, ma nottata di bei sogni.......
Appena fuori dal porto entriamo, nostro malgrado, in una zona di grandi manovre della marina e dell'aviazione, noi restiamo più sotto costa possibile, e facciamo rotta per il Porer.
Il vento giracchia da est, un pò da bora e un pò da scirocco.  
La nostra meta è Valun a Cherso, dove dovremmo trovare Marino, quindi praticamente controvento.
Passiamo la giornata a tirare bordi (sbagliati) accendendo alla fine il motore per arrivare a destinazione.
Troviamo Marino con signora, ci concediamo una birretta e ripartiamo per Cherso dove vogliamo passare la notte.
Cenetta sostanziosa, giretto alcolico, cotecio ( siamo ancora in tre) e consuete discussioni serali, con “barba” Ispe, su “teta” Martina......sogni d'oro.

Cherso, martedì 25 aprile 1995

Ore 4 e 30, libeccio e pioggia. Si batte forte. In maglietta e mutande, rinforziamo gli ormeggi, mettiamo altri parabordi e ritorniamo piuttosto infreddoliti nei nostri accoglienti sacchi a pelo. Prima di coricarsi, vista l' arsura, una bella bevuta di coca cola non guasta.  
E Bruno si attacca alla litro e mezza con etichetta rossa......nella quale il buon Ispe la sera prima aveva saggiamente versato mezzo litro di ottimo Bacardi per rendere più gustosa l'inutile bevanda.
Risultato: sveglia alle nove ed instupidimento totale del Bruni.
Dobbiamo andare a Valun a prendere a bordo Marino.
Calma, prima ci servono le togne per pescare e poi dobbiamo andare in cerca di una qualche esca.
Troviamo dei calamari, troppo belli per fare da esca, li mangeremo noi con patate lesse e cipolle.
Alla fine partiamo per Valun, Marino ci aspetta sul molo, abbandonato dai suoi compagni di viaggio, piuttosto scettici sul nostro arrivo.- l' appuntamento era alle 9 e noi avevamo più di due ore di ritardo- ma lui conoscendoci era fiducioso.
Lo imbarchiamo al volo e via, meta Unie. Il vento di scirocco non ci permette una scelta migliore.  
Arriviamo verso sera ed appena ormeggiati andiamo alla ricerca di generi di sussistenza.  
Al baretto del molo troviamo “ Irene Papas” la leggendaria “ baba più figa de Lussin” già gestrice, appunto a Lussino, di un malfamatissimo locale.
Le chiediamo cosa ci fa qui a Unie, e lei, felice di essere riconosciuta, ci fa un prezzo di favore per gli spritz : 30.000 lire, un affare.  
Per la cena è meglio tornare in barca, le provviste non mancano, sperando che Ispe nel salire non faccia il solito bagnetto.
Mitico tresette, per un pelo la Blasca non viene sconfitta in finale dalla inedita coppia Bruno-Marino.
A nanna presto perché l' immancabile vaporetto attraccherà domani mattina alle sette dove siamo ormeggiati noi.

Unie, mercoledì 26 aprile 1995

L' agitazione a bordo inizia presto. Alla prima comparsa di figure sul molo si intuisce che la venuta del vaporetto è prossima ed è meglio essere pronti.  
Cap Carter al timone, Bruno agli ormeggi, Ispe ancora ancorato a dei bei sogni, Marino alla cuccuma del caffè lasciamo il molo di Unie mentre davanti a noi si staglia l' inconfondibile sagoma del traghettino rompiballe.
Già che ci siamo, ormai siamo svegli, tanto vale andare a Lussino.
Caio si sveglia ma è triste, pensa già al lavoro o è preoccupato per ciò che lo aspetta in giornata?
Una telefonata di conferma al buon Minca ci rassicura sulle sue intenzioni di raggiungerci in giornata e noi, fiduciosi nel vento, navighiamo in pace col mondo,aspettando la sua venuta.
Entriamo entusiasti nel fiordo di Lussino, siamo in aprile, barche non ce ne sono, il vento è da scirocco e noi avanziamo a bordi sfiorando ogni volta gli scogli.
Sulla nostra rotta si profila un barchino, si sposterà lui, noi siamo a vela.
E' il barchino del capitano del porto! In acque portuali non si va a vela, il porto inizia dove ci sono il verde e il rosso...bla bla bla, ha comunque ragione lui.  
Mister elasticità mentale ci ferma, controlla tutti i documenti, non avvedendosi per fortuna del clandestino Marino, abilmente occultato nell'armadio delle cerate.
Finita l' inutile ramanzina, fortunatamente senza multe, si festeggia con un brindisi, e ci organizziamo subito per formalizzare il clandestino e non correre così ulteriori rischi.
Fabio”tonton” Minca ormai dovrebbe essere per strada e cosi ci sistemiamo in un ristorante ordinando 1 kg e mezzo di scampi alla busara.  
Purtroppo poco dopo arriva ton e ci tocca di dividerli anche con lui.
Altri litri, ciacole, digestivi.
Ultimi saluti nell'ex bar di Irene Papas a base di travarizze ed il buon tonton ci rapisce Ispe.
E via noi, il vento ci porta rapidi a San Piero, piccola sosta per una travarizza, e rotta verso Selve.
I maledetti tedeschi sono ovunque, anche in aprile in dalmazia. Ormeggiamo sull'ultima tirella rimasta libera accanto ad una barca di schiamazzanti ariani.
Pastasciutta e cotecio. I piatti sono di Marino.



Silba, giovedì 27 aprile 1995

L' equipaggio incomincia a dare segni di vita, deboli ma inequivocabili verso le 8.  
Inizia un nuovo giorno.  
Tempo schifoso, il cielo ha tutte le tonalità dal grigio al nero, il vento da sud-ovest viene al solito in direzione del nostro naso.  
Salpiamo,imperturbabili, vento in faccia e freddo polare nelle ossa, scambiando poche parole stretti nelle nostre giacche a vento. Navighiamo verso il canale di Sestruni.
Ad un certo punto un timidissimo sole ci risveglia dal nostro letargo, e ci stimola a provare qualche attività.......abbiamo comperato delle togne a Lussino, perché non metterle al lavoro?
Abbiamo un gps, abbiamo una secca di 30 metri sulla carta, più facile di cosi......
Per più di un' ora Bruno al timone gira in tondo seguendo le indicazioni dei tattici che hanno tutta la strumentazione sottomano- 90 est, tutto ovest, punta a nord, no, 180 sud, troppo, rallenta , gira a est, torna a nord pian, pian rallenta, poco a est.......
Ecco, ghe semo! Solo che l' ecoscandaglio segna 120 metri.
Ripartiamo pigri, solo di fiocco e ci dirigiamo verso Iz.  
Fretta non ne abbiamo e bordeggiamo per ore prima di stufarci ed accendere il motore.
In pochi minuti siamo a destinazione, era cosi semplice!  
Cap Carter decide di dedicarsi completamente alla dalmatinska fiaka ereditata e mantenuta negli anni con stoica determinazione per non disperdere antiche tradizioni.
Bruno e Marino lo lasciano alle sue meditazioni e continuano a bordeggiare tra i baretti del porto, mure a dritta travarizza, mure a sinistra birretta, facendo nel frattempo acuti e consapevoli commenti sulla difficile situazione politica di questi popoli.
Il tour sociale li impegnerà per il resto della giornata.
Arriva la sera, Aldo il pescatore ci invita a fare un salto a casa sua per cena. Noi pensiamo alle “feste” passate e ci prepariamo con diligenza, ma purtroppo Petra,che è incinta, è stanchissima e passa la serata a guardare la televisione spaparanzata sul divano.  
Mangiamo qualcosa con Aldo ed il discorso cade sui business che si possono fare in questo periodo di guerra con la situazione politica che c'è ora in Croazia......la piu vispa è la nonna 80 enne che apprezza moltissimo il vino che abbiamo portato in previsione delle laute libagioni. Lei si fa le sue “sopete” ed è entusiasta.
I discorsi si spengono lentamente, ci ritiriamo in barca....alle 5 e 30 arriva il solito traghetto al molo dove siamo ormeggiati.
NDR. Come fa il traghetto ad arrivare sempre e contemporaneamente all' alba in tutte le isole?

Iz, venerdì 28 aprile1995

Un indigeno martella insistentemente sulla tuga a notte fonda mentre siamo ancora nel bel mezzo dei nostri sogni più o meno porci- sta arrivando il traghetto.
Usciamo un attimo dal porto per ritornarci subito dopo e rimetterci a dormire....plurale maiestatis...Bruno e Marino sono rimasti a letto.
Alle 9 arriva Aldo, ci spiega quella faccenda del Mutus-Nomen-Dedit-Kokis , speriamo di averla capita una buona volta, e ci dirigiamo al bar.
Mattinata rilassante e piacevolmente alcolica, il tempo si è rimesso al bello, visitiamo varie case di amici di Aldo.
Facciamo scorta di branzini e verso le 12 si parte.
Con grande calma facciamo rotta nord-ovest, vento in poppa!
Tentiamo un birra a Bozava, ma il solito traghetto ci mette i bastoni tra le ruote così ripieghiamo a Sferinaz.  
Conversiamo amabilmente con il gestore del bar sui soliti argomenti: cambio lira-kuna-marco, fine della guerra, tedeschi stronzi, italiani pago e cago.
Partiamo, frittata con asparagi per riuscire ad aspettare i branzini che ci attendono per cena.
Arriviamo a Silba, poche le barche in porto al contrario di due giorni prima, quando era stato addirittura difficile trovare un posto.
Dopo un'ottima cena, branzini e patate, che seguiva, appunto di poco, un'ottima merenda, caracolliamo ebbri di vino e strapieni di cibo alla ricerca di un digestivo, ma ci vorrebbe acido muriatico.  
Da qui il detto“i Pienotti della Dalmazia” .
Marino laverà i piatti.

Silba, sabato 29 aprile 1995

Il risveglio è lento ma la mattinata inizia radiosa con un buon vento ed un caldo sole che ci dà il buongiorno. Bruno se ne va in paese con la scusa del pane, cap Carter se ne va con quella di salutare Gigi, Marino ha i lavelli stracolmi di piatti.
Al ritorno in barca fa proprio caldo e dopo aver cambiato una lampadina in testa d'albero un bel bagno ci vuole proprio.  
Bruno recupera anche un mezzomarinaio perso sott'acqua, chissà da chi, probabilmente qualche tedesco.
Alle 12 partenza e rotta per S. Piero. Aldin non c'è , ma il padre è felice di vederci.  
Sei spritz e via verso nuove idee e propositi culinari, che si perfezionano man mano che le miglia scorrono sotto la chiglia, in una pasta al sugo special, inventata a quattro mani, ma che viene su ancor prima di averla buttata giù.
La nebbia, fatto insolito, che procurerà qualche nota ilare al buon Ispe sentito al telefono, deciderà per noi.
Arriviamo ad Unie grazie al buon fiuto di cap Carter e, grazie alla gentilezza di due sloveni, riusciamo ad avere anche un posto sul molo, ma dopo poco altre due barche si affiancano a noi in malo e prepotente modo. Finita la solitudine.
I Pienotti, per risolvere ogni problema decidono di arrampicarsi sul monte di Unie per calarsi poi nella baia ,ex zona militare, sul lato est dell' isola, posto incantevole e ben riparato da quasi tutto.  
Al ritorno in barca incontriamo il postino di Unie, fortunato proprietario di un curioso ristorante su ordinazione con tanto di alloggi, posto quasi in cima all' isola, a suo dire frequentato soprattutto da cacciatori.
Iniziamo a chiacchierare con lui sui vari metodi per cucinare una capretta, ma in breve tempo il discorso si porta sulle kune, lire,il solito marco, guerre, catastrofi.....l' importante è la salute.  
Arrivederci e grazie, tre branzini ci aspettano e altrettante travarizze da Irene Papas.  
Cap Carter viene a stento trascinato a bordo demolito dal cibo e dall' idea di lavare i piatti l' indomani.  
Tutti a nanna.
Ma che cazzo! Suona il telefono, è Erica.  
Belle ore, chissà dov' era con Patrizia & company?

Unie, domenica 30 aprile 1995

Sveglia alle 6. si torna sul continente.  
Se andando in una direzione il vento viene di prua, invertendo il senso di marcia il vento verrà inevitabilmente sempre da prua- 1° regola di Bruni.
Consapevoli dell' inevitabilità di questa enunciazione ci rassegniamo ad una giornata di motore e ci attrezziamo in tal senso ognuno con la sua lettura preferita.
In particolare Bruni ne approfitta in per studiare il manuale della patente nautica che si è portato appresso.  
Se lo sciroppa tutto rivolgendo per ore assennate e pertinenti domande allo skipper, del resto del tutto ignaro di tali problematiche, disturbando la quiete per tutto il viaggio.
Incrociamo di nuovo i delfini, ma questa volta non hanno voglia di giocare e tirano diritto.
Finito il Quarnero un certo languorino segnala l' ora di pranzo e cap Carter improvvisa un' ottima
pastasciutta elaborata alla moda dello schef.  
Attenzione, quando si mangia controvento bisogna essere velocissimi, le prime tre forchettate sono calde, poi si mangia freddo.
Giochiamo con rilevamenti, punti nave, rotte.....più per passare il tempo che per necessita.  
Alcuni giri di telefonate ci fissano un appuntamento con le rispettive famiglie a Cittanova, che incontriamo appena attracchiamo al molo.  
Imbarchiamo tutti ed andiamo in una vicina baietta fuori dal porto dove i bambini pescano e gli adulti iniziano a pulire gli otto branzini che saranno la nostra cena ( cap Carter pulisce il pesce e Bruno e Marino pelano patate come in tutte le navi che si rispettano)
In serata arriva anche Ispe che non riesce a staccarsi prima da casa perchè bisognoso di cure alla sua schiena acciaccata.
All' arrivo di Ispe la scena più divertente......i bambini stanno pescando sul molo. Cap Carter pensa ad un tiro birbone ed attacca all' amo di Toni uno dei branzini presi a Iz e lo cala in acqua.  
Quando giunge Ispe, rapido strappo alla lenza, e sorpresa!....si rompe il filo che non sopporta il peso eccessivo ed il bel branzino sprofonda miseramente nel blu.  
Per non essere dileggiato a vita cap Carter prende una drammatica decisione, via il maglione, le scarpe ed i pantaloni.
In mutande e calzini si tuffa nelle acque gelide all' inseguimento del branzino e, tra le risate di tutto il porto, riemerge trionfante con la preda in mano. Tutti potranno mangiare un pesce.
Durante la cottura si va in paese per procurarci il vino per la cena, quello in dotazione è ormai finito da un pezzo. Chi lo trova a 30 kune al litro, chi a 6 kune, ma prendendone cinque litri i conti tornano.
La cena è accolta da tutti con entusiasmo, unico neo una telefonata di Tonton.  
Essendo la dinette un gioco ad incastri il primo che si libera risponde, e tocca a Bruni che mangerà freddo. Da qui la 2° regola di Bruni- le capacità di Tonton di trovare i momenti giusti tendono all' infinito-
Dopo cena un paio di travarizze in paese e ritorniamo in barca per la notte.  
Siamo in tantissimi ma alla fine dopo mille prove e continui cambi di cuccette tutti trovano dove distendere le ossa.
A mezzanotte si spegne la luce ed in pochi minuti tutti dormono, ma c'è una cima........

Cittanova, 1 maggio 1995

La sera precedente, seduti in pozzetto per l' ultimo brindisi, avevamo tutti notato la fastidiosa presenza di una cima d' ormeggio cigolante, ma li per li nessuno vi aveva dato più di tanta importanza.  
Invece nel silenzio della notte quel rumorino insignificante si ingigantiva tanto che sembrava di dormire nella cassa armonica di un qualche strumento.
Nessuno se ne accorgeva, stavano tutti dormendo, confidavano nella buona sorte o nessuno voleva alzarsi perché fuori pioveva a dirotto?  
Dopo parecchio tempo qualcuno si sacrifica e sistema la maledetta cima. Si può dormire.
Chi sarà stato? Ma il nostro valoroso capitano! Confesserà poi di aver creduto di essere stato l' unico a non dormire.  
Quando andiamo a nord ovest il vento viene sempre da NW.  
Ma quando giriamo Salvore il vento gira immediatamente in bora confermando ancora una volta l' ineluttabilità della -1° regola del Bruni-




FINE







 
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