Invernale 1999
Partecipanti in ordine alfabetico:
Diego, Bruno, Tonton, Carter, Ispe, Nikoli, Marino
Venerdi 5 febbraio
Un anno al 2000 e siamo ancora vivi!
Questa mattina dato che siamo liberi da impegni- Carter e Tonton - abbiamo fatto la spesa alla coopdimonf, 650.000 lire in tutto, la metà circa in vizietti, e siamo pronti alla partenza di domani mattina.
Il ritrovo è alle 10 al Nautec, vedremo a che ora riusciremo a mollare gli ormeggi, non credo comunque che sarà più mattino.
Un' altra cosa che vorrei sapere è se questa graziosa fiaschetta da tre litri di vodka Smirnoff che sorride maliziosa davanti a me durerà fino al Porer…..domani si parte! Carter
Sabato 6 febbraio
Ore 10.00 am, pontile del Nautec.
La barca è qui ormeggiata senza segni di vita a bordo…..scarico la mia borsa e mi metto in attesa.
La serata è stata sicuramente difficile perché ieri sera era il venerdì del Mondiale di cotecio, il che equivale ad andare a nanna più o meno alle 3, quindi inutile preoccuparsi, qualcuno arriverà, speriamo presto.
Verso le 11 iniziano i primi arrivi, Ispe si scusa per essere dovuto tornare a casa a prendere il sacco a pelo che si era dimenticato, sempre meglio di Diego che proprio non lo ha portato, ma siamo in febbraio, non farà mica freddo….
Ore 13.00 pm, partenza, siamo in mare!
Usciti dal canale senza incagli, appena fuori armiamo le vele e ci dirigiamo verso l' Istria.
All' insegna del " a-bordo-gavemo-tuto-e-no-ne-devi-mancar-mai-gnente" i croceristi, euforici per l' inizio di un' altra invernale, si attaccano al seno della Smirnoff.
Poi, alcune ore dopo, quando il tiepido sole che ci aveva riscaldato, scompare all' orizzonte, al posto della vodka compare come d' incanto un buon vin brulè.
Da bere veloce però, perché troppo rapidamente raggiunge la temperatura ambiente, che non è sicuramente quella del suo habitat naturale, cioè una baita di montagna con caminetto acceso…
A navigare in febbraio piuttosto freddo.
In serata arriviamo a Parenzo e visto che è il primo giorno decidiamo di uscire a cena fuori, in un bel locale caldo ed accogliente dove sciogliere le nostre giunture ormai paralizzate dal freddo glaciale che ci ha accompagnato nelle ultime ore di navigazione.
Tutto chiuso.
Mesto rientro nel Albatros, Cap Carter si mette ai fornelli improvvisando spaghetti allo scoglio ed un bel dentice al forno ( per chi ha tanta fantasia) mentre in dinette si inizia il glorioso torneo di tressette, con formula inedita a sorteggio in quanto siamo in sette.
La prima serata vede vincitori cap Carter e Bruno.
Per la notte i più forti russatori sono stati relegati in salotto per vedere quanti decibel possono produrre messi assieme, esperimento oltremodo rischioso, ma si spera che le emissioni sonore siano insufficienti a turbare il nostro giusto sonno.
La Smirnoff è a metà. Bruno
Domenica 7 febbraio
Quando tocca a me scrivere il diario di bordo bisognerebbe rinviare la partenza a dopo mezzogiorno per cui non sono in grado di descrivere gli avvenimenti della mattinata, tuttavia ho notizie certe dell' avvistamento di un branco di delfini (almeno 2) che ci hanno salutato alla partenza da Parenzo.
Una volta stabilita la rotta ho sentito dire che l' equipaggio si è abbandonato alla siesta domenicale anche senza l' ausilio del' alcol o delle carte, seppur sia chiaro a tutti che la costante del "trip" è sempre e soltanto la cantina abbinata al tressette, e che dopo le 18 si prendono ordini solo da Cap Smirnoff!
Comunque sia, tutto procede bene, il rancio è sempre ottimo ed abbondante (nonostante il " panolamento "costante del litorale non abbia portato sulla nostra tavola nemmeno un "ribaltavapore"), e le conversazioni sono incentrate sul sesso, come è giusto che sia.
Purtroppo neanche la serata mi è nota, qualcosa sarà anche successo in Val Cagoia, ma avendo ricevuto precisi ordini da Cap Smirnoff ho dovuto raggiungere la mia cuccetta lasciando la dinette in mano ai "Russi". Diego
Lunedi 8 febbraio
E lo so caro diario, aspettavi di trovarti Ispe, ma ti assicuro non avrebbe molto da raccontarti.
Il nostro è stato tormentato da fastidiosi " reumi" alla schiena e poco ha visto.
La notte silenziosa ci ha avvolti in Val Cagoia, poi però un bel refolo di Bora ci ha dato il benvenuto in questi luoghi a Lei tanto cari.
Qualcuno ( indovinate chi) è uscito a mollare più catena ed a dare una controllata, poi abbiamo spavato tranquilli fino al mattino.
Alla sveglia tra un caffè ed una puntatina alla toilette qui ( sul popparono) o li ( a terra con gommone) scorre la prima parte del mattino.
C'è bora, due mani alla randa, (l' olimpico è già stato messo ieri), un tentativo inutile di trovare nafta, e si parte.
Passeremo il Quarnero?
Cielo azzurro e visibilità splendida, dal Porer si vede già Unie, ma comunque è meglio essere prudenti, siamo in inverno.
Non c'è tanta onda e si va come leprotti perciò decidiamo di lasciare oggi il Quarnero alle spalle e alle 13 siamo già dal' altra parte.
L' equipaggio del' Albatros ringrazia gli sponsor per la riuscita dell' Impresa:
Monopoli di stato, PhilipMorris, Capitan Smirnoff, birra Union, Saiwa, Consorzio Montasio Italiano.
Attracchiamo sul molo di Unie per un veloce pranzo ma ci accorgiamo che un piccolo puntino nero che si era visto all' orizzonte ad un certo punto della mattinata si è notevolmente ingrandito….e poi, al solito, sta arrivando il traghetto .
Di mangiare da fermi perciò a questo punto neanche se ne parla, beviamo qualcosa in fretta e si riparte.
L' appetito però cresce: salame furlan con l' asedo, ai fornelli Bruno, tutti i gusti!
Ci si rilassa, qualcuno forse troppo, scambiando per una semplice scoresetta una maleodorante scarica..sarà un segnale? paura della traversata? o qualcosa' altro che scopriremo più tardi? ma questa è un' altra storia….
Uno scenario stupendo ci accompagna mentre procediamo verso San Piero, i monti della costa innevati ad est, ed a ovest tutto nero.
Il puntino nero è diventato spaventosamente grande, ci avvolge, lasciando solo dei piccoli spiragli sul orizzonte di un bel arancione, ma la musica non cambia, continua a soffiare bora e camminiamo bene.
Ogni tanto sul tambuccio d' entrata appare Ispe, saluta e rientra.
Si ormeggia sul lato sud del molo di San Piero, in perfetto orario per il tressette, che darà ancora una volta ragione alla coppia Marino-Nikkoli.
Poi si va a tzena, Kalamari, fettine de porco, patate e bibite varie ma la cosa migliore del ristorante è la temperatura da tutti molto apprezzata. Il cameriere un pò perplesso di sapere che arriviamo in barca da Trieste ci confida che è prevista bora forte.
Sazi ed ottimisti sotto la bellissima stellata che ha preso il posto delle nuvole, ci dirigiamo in barca per l' ultimo tressette, in parte rovinato però dal pessimo comportamento di un elemento , tal "Venticello Pesante" che ci tontona a lungo.
Gli Irriducibili poi finiscono con una partitina ai dadi discorrendo di Naomi, sesso, e storie turpi.
Scopriremo tra qualche ora che il lato sud del molo non è quello giusto, ma intanto Buona Notte. Marino
Martedi 9 febbraio
Solamente un GPS di quelli militari potrebbe calcolare le miglia percorse oggi, la bora prevista non è arrivata ed il buon giorno ci è stato dato da un gagliardo scirocco sui 30 nodi accompagnato subito dopo da un robusto piovasco.
Si resta in porto.
Alle 9, e non senza fatica, si cambia lato del molo e ci si ormeggia sul lato nord perché le onde stanno aumentando e sul lato sud si sbatte troppo, ma alle 10 a nord dovrebbe arrivare anche il traghetto.
Nel frattempo continua a piovere e ci mettiamo in attesa sottocoperta iniziando un tressette.
Alle 13 supponiamo che il traghetto ( e di conseguenza il pane fresco) abbia avuto qualche difficoltà ad arrivare, comunque meglio così, siamo sul lato nord e ci restiamo.
Piove e Diego rifocilla l' equipaggio con una squisita spaghettata composta dalle prime robe che ghe se capitade per le man, la famosa "Baspomella" ( basilico pomodoro e mortadella) con una " minima" aggiunta del solito cap Smirnoff.
Dopo il lauto pasto , visto che piove si continuano i tressette.
Alle 15 e 30 succede l' imprevisto: smette di piovere.
Approfittiamo per fare un' escursione a piedi verso l' inviolata vetta dell' isola dove tra le innumerevoli capre ognuno può dedicarsi al suo hobby preferito: ricerca del segnale telefonico, cagada all' aperto, lancio dei sassi, preghiera.
La vista è incantevole ma atmosfericamente nulla lascia presagire ad un miglioramento, è ancora tutto nero ed attorno a noi continua a piovere.
Al rientro nel' Albatros doccia calda per quasi metà del' equipaggio e poi finalmente un tressette prima di cena.
All' unanimità decidiamo di andare a mangiare a terra.
Non abbiamo che l' imbarazzo della scelta tra i tanti locali aperti…… ma visto che ci siamo trovati bene da "Rozmarie" ritorniamo li a finire la seconda metà della cassa.
Al rientro in barca il tempo non accenna ancora a migliorare e l' unico dubbio sul domani sembra essere: da che parte del molo ci troveremo al risveglio? Ispe
Mercoledi 10 febbraio, data astrale 12735,6
Piove, tic, tic, tic, che scassamento di cazzo!
Dopo l' ennesimo travaso da una parte all' altra del molo di Ilovik ( che tutti si ostinano a chiamare San Pietro in Nembi) sorge al capitano l' idea di ormeggiare al centro del canale.
Piove, tic,tic,tic, altro scassamento.
Partiamo! Partiamo? Partiamo. Rotta?
Ormai è mercoledì, andare a Silba controvento e con la pioggia non è neanche un' opzione per cui…..vento in poppa!
Due uomini soli al comando: Carter e Nikoli.
Gli altri stronzi solidali, al caldo sotto coperta. Dopo due ore di diluvio, arrivo a Lussinpiccolo.
Magico ormeggio sul " Devin" , vecchia gloria del Quarnero e classico vecchietto che ci sconsiglia l' ormeggio.
Ma cap Carter non demorde, si resta avvinghiati al Devin.
Tresette, cocktails, pioggia, tressette.
Alla sera guadagniamo, sotto un diluvio una pizzeria, dove al capitano servono una pizza Veramente Piccante!
Rientro in barca con ennesimo tresette.
Piove ancora quando i nostri si accoccolano nelle loro umide cuccette per trovare un pò di caldo.
Riusciranno domani a riattraversare il Quarnero? ( al momento di andare in macchina ci giunge la notizia che non ci sono riusciti, ndr) Nikoli
Giovedi 11 febbraio
Sole, sole, ma un vento della Madonna.
Ha smesso finalmente di piovere, la mattina ci vede gioiosi, pieni di voglia di vivere e veleggiare.
Decidiamo di partire.
Rotta per il Porer: 300 gradi bussola, ma calcolati bora, scarroccio, e anche un po per prudenza, proveremo con 320-330.
Alle 10 lasciamo Lussino ed alle 13 attracchiamo ad un molo nella baia di Artatore:1500 metri in linea d' aria.
Impossibile passare il Quarnero, appena si esce dal riparo di Unie, si trova il finimondo.
Comunque seppur fredda e ventosa la giornata è limpida, e noi, saldamente legati al moletto in fondo alla baia di Artatore optiamo per una pasta al pesto innaffiata con buon vino, dedicandoci poi alle nostre ben radicate consuetudini- digestivo, tressette, sonnellino, caffè, tressette, aperitivo.
Prima che faccia notte ritorniamo a Lussino sul Devin e poi con estrema dedizione alcuni dell' equipaggio - Diego e Tonton- visitano tutti i baretti, osterie e trattorie del luogo.
Nel loro peregrinare riescono persino a farsi amiche due attempate bagasce locali, che, buon per noi, si rifiutano di salire a bordo dell' Albatros…..e buon anche per loro, non si sa mai.
Altra pizza.
Al ritorno in barca tiriamo fuori trombette e coriandoli!
Oggi è carnevale e si fa festa!
Ton Ton fa del suo meglio per rimpiazzare le sue due amiche rimaste a terra, mentre noi ci chiediamo cosa mai abbiamo fatto di male.
Domani si va a Veruda, forse. Carter
Venerdi 12 febbraio
Tanto per cambiare siamo sul Devin a Lussinpiccolo, c'è il sole, il freddo, il mare e la bora. Si parte. Usciti da Lussino il Cap tenta il riparo ( sarà?) sotto le Canidole ed Unie ma dopo un pò desiste e fa rotta verso Ossero costeggiando a motore la costa di Lussino a distanza ravvicinata.
Ma non è neanche questa la scelta migliore perché arrivati sulla punta di Ossero il log inizia a segnare un bel zero tondo.
Risalire di più non si riesce, bisogna provare ad attraversare il Quarnero parendo da qui.
Ma freddo, mare e bora , oltre agli Dei ci sono sfavorevoli e dopo un tentativo di rotta verso il Porer il capitano decide: "Devin".
Nikoli esulta!
Come mette piedi a terra viene ammaliato da un taxi che per poche lire gli promette di portarlo a Fiume. La tenuta psico-fisica non ha retto, ci lascia.
Non senza prima aver passeggiato dal porto alla marina e ritorno, aver ammirato i vari negozi ed aver bevuto qualcosa di alcolico in un bar.
Con il supporto di Bruno che fa da interprete, visto che il tassista parla benissimo l' italiano, contratta ancora una volta il passaggio che rimane sempre, come detto prima, poche lire ( circa 350.000 )
Noi ritorniamo in pizzeria dove veniamo accolti, mi sembra ovvio, come vecchi amici. Poi si ritorna a bordo ma da quel momento, scusate, non ricordo più nulla, sarà stato l' alcol più, sicuramente, la stanchezza accumulata nel giorno della gita più lunga fatta a Lussino, non so. Ron! Ron! Ton ton!
Sabato 13 febbraio
La giornata inizia molto presto perché all' alba alcune raffiche di tramontana ci fanno sbattere contro il fido Devin che da tre giorni ormai fa da base ai nostri inutili assalti al Quarnaro, vedendoci ritornare ogni sera sempre più mesti, intirizziti e meno fiduciosi di raggiungere l' Istria, solitamente considerata come una " rottura de balle",ma, in questo momento, un miraggio irraggiungibile.
Nella notte Bruno parla nel sonno " Giulio go vudo un' idea! " e bla bla bla….. Cap Carter, anche se non proprio sicuro di essere in comunicazione con il suddetto risponde comunque " ok domani fazemo".
Alle 8 e 30 il progetto prende corpo: anziché uscire in mare per vedere com'è fuori, per poi ritornarsene ogni giorno in porto con la coda tra le gambe, andiamo a piedi fino al ponte del Marina a valutare lo stato del mare e soprattutto del vento.
Detto, fatto.
C'è sempre bora però le " ochette " non sembrano così minacciose, saremo sui 25-30 nodi, ed il capitano decide, si va!
Ritorno di corsa in barca, molliamo gli ormeggi, a vestirsi meglio si penserà dopo.
Puntiamo diritti su Unie, gli spruzzi bianchi che spazzano la tolda sono effettivamente poca cosa rispetto al giorno prima quando in otto ore di tribolazioni, provemo de qua, provemo de la, non siamo riusciti a raggiungere ne Unie ne Ossero.
All' inizio del Quarnero il cap prende il timone per decidere sulla fattibilità di quello che ormai è diventato il sogno di tutti, raggiungere l' Istria.
Ma ormai non si torna più indietro, decidiamo di alternarci al timone per turni di mezz' ora ciascuno onde evitare principi di assideramento.
Saggiamente il capitano ordina di orzare il più possibile, in caso di peggioramento possiamo sempre scappare in poppa.
E finalmente arriva il Porer, in meno di 4 ore da Lussino raggiungiamo l' agognata meta.
Bisogna festeggiare.
In pochi minuti è pronto un " Porero Waves" accompagnato da allettanti stuzzichini.
Anche la bora ormai non ci tormenta più, anzi, ci spinge veloci nella risalita dell' Istria…. e comunque le tre mani di terzaroli alla randa non si toccano.
Puntiamo su Rovigno, tressette in dinette in semi tranquillità con due fuori e quattro sotto, ormai il torneo manca di uno dei partecipanti ed il sorteggio per le coppie ha perso il suo significato.
Al tramonto attracchiamo al Marina Acy di Rovigno, compensando l' esosa spesa con una superba doccia che viene vissuta da tutti con grande euforia, acqua calda finalmente, e altri vestiti, se non caldi, almeno puliti.
Cena a bordo ma, finita questa, anche cena in ristorante.
Cè chi mangia due secondi piatti e chi non riesce ad ingurgitare neanche un pezzo di pane, forse perché preoccupato dal dover rientrare in barca passando per una passerella che a lui in questo momento sembra più una fune da equilibrista?
Alla fine però chi bene chi male siamo tutti in barca.
Tresette? Ma neanche per idea, domani ci alzeremo prestissimo per cercare di arrivare al Nautec prima del tramonto. Bruno
Domenica 14 febbraio
Nessuno aveva preso la penna in mano.
Alcuni commenti di fine crociera:
No go mai patì la sede! Grazie cambusieri, alla prossima! Diego
No se pol cior ferie, bisogna andar quando che ciama e basta! Bruno
Col tempo se dimentica i momenti brutti e se ricorda solo i bei…come la mettemo con sta settimana? Carter
Anche per quest' anno siamo ritornati sani e salvi. Pur vivendo a super contatto come topolini e nonostante le numerose avversità climatiche la ciurma non si è accoltellata, alla prossima! Ispe
Cosa volè, anche sto anno se sta' la solita polemica: chi porta sfiga, Tonton o Nikoli?
Mi son certo che co se smontà Nikoli gavemo fato tutto come da programma.
Semo rivai in Istria, semo rivai al Nautec, e anca co la bassa marea!
Viva Ton ton! Ton ton